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Ventuno canti

«Canti di nessun altro» –
dicevano nella taverna i marinai.
Era successo più di una volta.
Nessun altro, fuori che i folli
i beoni e i disperati del mare.

Ventuno canti (Ensemble, 2024)

Anteprima

III
Sorge la prima alba del mondo
sulla riva legnosa delle glauche
tamerici, la prima casa sono ombre.
È tempo di prendere il largo!
Larghe fauci di aperto oceano
di verde e di grigio divorano
chiglie di sale e vele sballottolanti
strappate al cielo, di navi imbrigliate
alle onde, nella bava dei suoi denti schiumosi.

È tempo di prendere il largo
è tempo di affrontare il leviatano.
Molto sotto di lei, di ogni abisso
quale sarà la fine, prima che inizi
qualcosa di nuovo?

X
Il sole ha passato la varea del pennone.
Forse il giorno dei quattro angeli è questo
ma per natura non credo alla fine dei tempi.
Credo invece al turgore di un seno, gli sono
devoto, come alla morbidezza delle nuche
e all’erotica meraviglia dell’incavo del giugolo
o per quello delicato in fondo alla sua schiena.
E resto devoto al mare, ai vagabondi e agli artisti,
per la bellezza e il terrore di cui sono capaci.

È di tramontana il petto di marinai,
issato per fortunali e tormente.
Un unico enorme generoso
affamato disperato amorevole
desideroso tragico cuore.

XV
Sul cardine cobalto delle stelle
l’instancabile cielo corre il Cacciatore
celeste, sul carro di Ponente.
Ha un’armatura sfavillante di idrogeno
e elio, e una lancia infuocata alla punta.
Cantano e danzano gli astri ogni notte
le sue fiammeggianti luminose gesta
di polveri e gas, per le nebulose tutte.
Sulla sua lama corre la dura sorte mortale.

Le foreste sono in fiamme
nessun albero nei boschi
è più salvo. Tutto brucia.
La nave si spezza al sole.
Anche i ghiacci bruciano.

XX
Le Ore vegliano le tre porte del tempo
di tutti i giorni il perenne fluire
poiché di ognuno canta il poeta
e in ogni verso è e rinasce la vita.
Questo l’universo muto, solitario
racconta, per frequenze di invisibili
onde e fotoni di luce: colori e forme
di ciò che siamo, del perfetto
silenzioso terribile buio esiziale.

Non ha fretta di dire
la notte arriva ogni giorno
eppure il sole è sempre luminoso.
L’ultima imperturbabile essenza
è il seme portato in terra da Ostro.

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